E' Lunedì e quindi, come d'abitudine, Discutendo si occupa della puntata settimanale di Report, l'ottima trasmissione d'inchieste giornalistiche condotta ogni Domenica sera da Milena Gabanelli su RaiTre. Stavolta si parla di paradisi fiscali, ed in particolare della piccola Repubblica di San Marino (qui il video della puntata, qui la sua trascrizione integrale).
IL RE E' NERO (Paolo Mondani)
San Marino ha 31mila abitanti per 61 km quadrati, ma vi risiedono 12 banche, 59 finanziarie, 6mila imprese ed una crescita media annua del 5.66% del PIL, in linea con le grandi economie emergenti (certo non con l'Italia della decrescita). Il motivo di tanta abbondanza? Un sistema fiscale "conveniente". A San Marino infatti l'imposta è del 19%, contro la pressione fiscale italiana che è già oltre il 40%; ma, soprattutto, nella Repubblica del Titano vige il segreto bancario, e non esiste il reato di evasione fiscale. Succede così che tantissime imprese italiane (comprese le mafie, prima "azienda" del Paese), o per risparmiare un po' sulle tasse, o per riciclare "soldi sporchi", o per entrambi i motivi, diventano fittiziamente "sanmarinesi". Poco importa se in realtà l'impresa vive e produce in Italia, perchè tanto il meccanismo legislativo è così complesso da rendere difficile fermare questa colossale truffa ai danni dello Stato, sia in termini di danni erariali (nel 2007 le banche sanmarinesi hanno raccolto 14 miliardi di euro), sia in termini di contrasto alle mafie.
Questo anche perchè a San Marino non esistono dogane, dunque l'accesso è libero e aperto a tutti (compresi soldi in fuga dall'Italia), perchè l'Italia non fa abbastanza controlli al confine ed in generale sulle imprese "sanmarinesi", perchè c'è stato un certo lassismo da parte di Bankitalia e perchè gli interessi di molte imprese italiane spingono anche la politica italiana a "non impicciarsi". Così che in Italia ancora vige una Convenzione sul libero scambio fra cittadini stipulata con San Marino nel '39, ritenuta persino superiore delle leggi italiane ed europee sull'anti-riciclaggio, che nei fatti legalizza questo stato di cose.
Interessi forti che però danneggiano fortemente l'economia italiana, quella che non imbroglia, perchè non esiste più una libera e pari concorrenza fra le imprese: quelle che truffano lo Stato vanno avanti, quelle oneste si spaccano la schiena e sopravvivono a stento. Per non parlare di noi cittadini, specialmente i dipendenti pubblici, costretti a pagare tutte le tasse e che ben vorrebbero pagarne di meno, facendole pagare a tutti.
Fortunatamente, però, i tempi di crisi sembrano aver aperto gli occhi all'Italia, e a tutta la comunità internazionale. Ad Aprile il G20 di Londra ha infatti deciso di dire basta ai paradisi fiscali, cominciando dall'abolizione del segreto bancario: è stata stilata una lista "nera" di Paesi che non vogliono collaborare, una "bianca" di Paesi già virtuosi e una "grigia" di Paesi che adotteranno nuove regole, poi si vedrà. San Marino è in quella grigia. Vedremo, anche perchè tra poco l'Italia finalmente rinegozierà la famosa Convenzione del '39, e pretenderà l'abolizione del segreto bancario. Speriamo bene.
IL MIO COMMENTO: Ebbene, la "questione San Marino" è interessante sotto molti punti di vista. Innanzittutto, dal punto di vista formale rivela l'infondatezza dell'utilizzo del PIL come indicatore della crescita di un Paese: San Marino "cresce" sì tantissimo (oltre il 5% annuo in PIL), ma sfido chiunque a ritenere che l'evasione fiscale e il riciclaggio di denaro sporco siano strumenti di crescita "reale" per l'economia globale. Ma soprattutto, la vicenda sanmarinese è il perfetto esempio di una concezione malata dell'economia, basata sull'evasione di ogni regola, e che ha comportato l'attuale crisi economica. Occorre dunque cambiare mentalità, ed imporre il rispetto delle regole, anche con la forza: se San Marino dovesse rifiutarsi di abolire il segreto bancario, di introdurre il reato di evasione fiscale e di collaborare con l'Italia, si deve prendere qualsiasi misura, finanche ad impedire a chiunque di portare capitali e imprese in San Marino. E questo deve accadere per tutti i "paradisi fiscali". Certo, per questo serve una completa tracciabilità del denaro, ma meglio spendere qualcosa in più in controlli che perdere miliardi in evasione e in inefficace contrasto alle mafie. Servono regole, e volontà di farle rispettare: e, magari, contemporaneamente anche allentare un po' la "morsa fiscale" per invogliare le imprese a rispettare le regole. Ma se e solo se ci saranno le prime due condizioni.
Altre rubriche: "L'emendamento" di questa settimana riguarda l'evasione fiscale, e le normative modificate dal Governo per contrastarla (qui video, qui testo); la "Goodnews" invece riguarda la coltivazione della canapa, estremamente vantaggiosa sotto molti punti di vista e recentemente introdotta in Italia dopo decenni di ottuso oscurantismo (qui video, qui testo).
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