Ancora una cosa c'è da aggiungere al processo di innovazione che stanno portando avanti il Governo ma anche Forumpa, il Formez e la Società dell'informazione ed altri organismi ed istituti di pregio che risiedono in Italia :è necessario diffondere la cultura "social" tra i dipendenti della Pa. La cosa è divenuta oltremodo necessaria, ormai. E' evidente anche il riscontro economico, nel senso di risparmio di spese per l'Amministrazione, che ne potrebbe derivare. Eppure molto spesso coloro che sono incardinati nelle strutture pubbliche, siano essi dirigenti o semplici impiegati, interpretano male questi processi e li inseriscono al massimo nelle categorie "diletto", avendo anche un certo chiamiamolo "rigetto" per certe forme di politica-partecipazione-comunicazione-relazione "strettamente social". Probabilmente sarebbe più opportuno e preciso definire questa sorta di rifiuto: "disincanto" con forte connotazione "qualunquistica" che investe la politica tutta, per l'appunto. Come stiamo vedendo in questi tempi, la tendenza al giudizio "qualunquistico" - acritico direi con più precisione, secondo me - è tendenza decostruttiva, tipica del default. Invece la Pa non dovrebbe vivere il default strutturale di cui sembra soffrire. Ciò è involutivo e sintomo di arretratezza. Direi di più potrebbe essere considerato una conseguenza di forme di cattiva amministrazione che investono il dipendente pubblico direttamente e giorno per giorno. E' vero che esiste il rischio di un utilizzo sbagliato degli strumenti informatici in dotazione dei dipendenti. Ma sono casi singoli ed eclatanti, che emergono dalle cronache giudiziarie e che non possono inficiare il buon andamento del lavoro della maggioranza degli impiegati. A riscontro di ciò, al contrario, la Pubblica Amministrazione ha stretto il giro di vite sui controlli al punto che può risultare pericoloso persino fare uso della posta privata elettronica con account internet,dal pc d'ufficio, in quanto si corre il rischio di essere "spiati". Ritengo questo fatto una cosa non solo eccessiva ma vieppiù veramente riprovevole. Io credo che essenziale, sia ormai regolare la materia in maniera seria e ponderata in quanto non si può più prescindere dall'uso delle tecnologie sui luoghi di lavoro e quindi andrebbe regolato anche l'uso "personale" che si fa degli stumenti informatici senza sottendere ipocritamente il fatto che durante la giornata potrebbe rendersi necessario controllare la propria posta, oltre al dato umano e professionale di voler "tipicizzare" il proprio lavoro, diciamo così, sfruttando le potenzialità tecnologiche in dotazione. Il fatto che tutti questi fattori non vengono presi ancora in considerazione come elementi seri di "produttività" e che, invece addirittura, i pc vengono gestiti male, imbrigliati da un controllo "univoco" che li tiene al di sotto delle potenzialità reali della macchina, non solo fanno emergere gli sprechi nascosti della pubblica amministrazione ma fanno anche rilevale quanto sia disatteso il dettato delle più elementari regole del codice della privacy, che discende direttamente dall'art. 15 della Costituzione Titolo I Parte I Diritti e doveri dei cittadini : "La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dall'autorità giudiziaria e con le garanzie stabilite dalla legge [c.p.p.248, 254, 266, 271]". Ecco mi sembrava utile segnalare questo empasse della Pa.
Gli sprechi
Ma facciamo qualche esempio concreto di sprechi della Pa che spesso per essere troppo "pignosa" nell'applicare regole, finisce per aumentare la burocrazia. Alcune strutture della Regione Campania sono dotate di collegamenti on line. I dipendenti che vi lavorano devono per conseguenza lavorare on line, ma date le censure sugli stumenti che vengono imposte - un pò per "ignoranza" sui mezzi - un pò per facilitare "l'indirizzo politico" dico io - i suddetti pc non sono dotati di profilo "amministratore" e sono "governati" su un unico dominio che fa capo ad una unica struttura amministrativa . Cosicchè chi vi lavora è continuamente bloccato dagli script di blocco e non possedendo il profilo administrator non può neanche aggiornare il pc. Dopo un pò di tempo il dipendente che lavora in queste condizioni è costretto a chiamare una società esterna per farsi aggiornare il pc ed i vari software di lavoro. E siccome i giovani che lavorano nella società esterna sono continuamente chiamati anche per cose più elementari in quanto non tutti i dipendenti della Pa hanno le conoscenze necessarie per l'utilizzo di uno strumento che ormai è su tutte le scrivanie, il dipendente che ha bisogno di un intervento di "aggiornamento" è costretto ad aspettare la disponibilità del "giovane esterno". Io temo che tutto ciò non abbia nessun senso razionale
Commento
Tutto ciò va benissimo e sicuramente snellisce la burocrazia: inserire le persone giuste al posto giusto non può che far bene all'Amministrazione Pubblica (ma anche a quella privata). Elevare la prestazione dei servizi nel senso della maggior fruibilità e specializzazione apporta cambiamenti positivi e maggior flusso per le economie nonchè spinta "spontanea" verso l'alto... purchè la mobilità non diventi un "valore assoluto".
Dobbiamo rendere la macchina dello Stato e l’amministrazione pubblica una “macchina da guerra” che, invece di assorbire quasi la metà del PIL in una logica, in alcuni casi, parassitaria, intervenga attivamente per la sua crescita.Pensiamo ad un’amministrazione pubblica in cui si attui uno spostamento settoriale delle risorse umane in modo da consentire una maggiore prestazione di servizi che, da un lato rappresentino delle economie per la popolazione civile e per le imprese, e dall’altro possano costituire delle vere e proprie attività remunerative
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