Tranquillo, solido, rassicurante. Come un buon marito. E non e’ cosa da poco (a me per esempio proprio non riesce). Per questo lo hanno, lo abbiamo scelto. Per riportare un sereno buon senso in una famiglia dilaniata dagli ego. Bersani non delude mai. Come tutti i bravi faticatori di centrocampo il suo 6-6.5 lo porta sempre a casa. Puoi fare affidamento certo sulla sua volonta’ di sacrificio, sui suoi polmoni e sui suoi garretti. E cosi’ e’ stato il suo primo discorso da segretario. Forse un po’ noioso. Ma organizzato e sicuro. Con l’intuizione di legare questione sociale e questione democratica. Peccato che poi, la questione sociale venga tradotta soltanto come questione economica. Grandi assenti i diritti. Da bravo marito, Bersani fa suo il detto: ’Non fare domande, non ti diro’ bugie’. Evita di mettere in ansia la platea e sostanzialmente tace su civil partnership, legge 40, testamento biologico, omofobia. Nella sua testa le categorie sono altre. I bisogni cui si deve rispondere sono quelli classici, quantitativi. Un’ottica socialdemocratica rispettabile, ma che non puo’ bastare. Il Pd e’ nato per essere qualcosa di piu’ e di diverso. Un partito inclusivo, capace di superare le radici delle sue componenti. Un partito che ha l’aspirazione di trarre legittimazione da quello che e’ e non dal ceppo da cui proviene, cui pure guarda con rispetto. Un’organizzazione capace di mettere ordine nell’entropia della modernita’ liquida. Nel suo discorso Bersani dimentica tutto cio’. Le sue risposte sono tipicamente legate a una concezione di societa’ che appartiene al passato, dove le strutture individuali di riferimento erano solide e ben circoscritte: Stato, famiglia, chiesa, partito. Capitale e lavoro. Dove tempi, luoghi e compiti della produzione erano fissi. Risposte quantitative a problemi quantitativi. La sua analisi ignora completamente i bisogni cosiddetti radicali, quelli che attengono alla sfera piu’ intima dell’individuo. Alla sua umanita’, non alla sua collocazione sociale e produttiva. Un partito moderno deve pero’ saper declinare entrambi i parametri, lavorare in ampiezza ma anche in profondita'. Soltanto se il Pd sara' capace di comprendere e rispondere anche a questi bisogni sara' in grado di guidare le trasformazioni sociali in atto, traendone consenso. Bersani e' oggi il nostro segretario, legittimato da tre milioni di voti alle primarie.C'e' da auspicare che proprio in quelli sappia trovare maggiore coraggio in futuro. Non resta che augurarselo.
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