L’indice di sviluppo umano valuta il livello di sviluppo di un Paese sulla base dell’aspettativa di vita, del livello di istruzione e del PIL pro-capite. Ogni anno viene aggiornato dal “Report” dell’United Nations Development Programme – UNDP. Tale indice vede l’Italia al 19° posto (Report 2008 su dati 2006). L’Italia ha un’aspettativa di vita ancora piuttosto buona (80.4 anni che equivale al 10° posto nel mondo: -2 posizioni in un anno), per quanto riguarda il PIL siamo invece scesi al 28° posto (-7 posizioni in un anno), mentre è lievemente migliorato il liivello di istruzione degli adulti (21° posto).
L’aspettativa di vita. Se consideriamo il periodo degli ultimi 150 anni, quindi dall’unificazione d’Italia fino ad oggi, vediamo che siamo passati dai 35,3 anni di aspettativa di vita agli 80.4 anni del 2006. Un bel progresso, non c’è che dire! Un progresso difficile da mantenere con questo ritmo. Probabilmente la società occidentale ha raggiunto un limite dove fatica a migliorarsi, perché migliorarsi costa tanto, e in un’era di globalizzazione è difficile mantenere questo tasso di crescita di sviluppo.
Sarebbe utile poter avere qualche cosa di simile all’indicatore di sviluppo umano anche per misurare i livelli di sviluppo della salute e sicurezza sul lavoro. In modo equivalente si potrebbe fare riferimento ai livelli di formazione, agli investimenti pro-capite sulla salute e la sicurezza sul lavoro ed alla riduzione degli indici di gravità di frequenza degli infortuni. Penso in sostanza che, se noi concentrassimo studi su questi aspetti, potremmo prima o poi arrivare a valutare meglio, a confrontare tra loro i diversi Paesi su quelli che sono gli effetti delle politiche che vengono realizzate in materia di prevenzione. E forse potremmo utilizzare con più efficacia le risorse.
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